
La zizzania
« Il regno dei cieli si può paragonare a un uomo che ha seminato del
buon seme nel suo campo. Ma mentre tutti dormivano venne il suo nemico,
seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi la messe
fiorì e fece frutto, ecco apparve anche la zizzania. Allora i servi
andarono dal padrone di casa e gli dissero: Padrone, non hai seminato
del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania? Ed egli
rispose loro: Un nemico ha fatto questo. E i servi gli dissero: Vuoi
dunque che andiamo a raccoglierla? No, rispose, perché non succeda che,
cogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. Lasciate
che l'una e l'altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento
della mietitura dirò ai mietitori: Cogliete prima la zizzania e
legatela in fastelli per bruciarla; il grano invece riponetelo nel mio
granaio. » (Matteo 13,24-30)
Poco più avanti Gesù ne fornisce la spiegazione ai discepoli che ne hanno fatto esplicita richiesta:
« Colui che semina il buon seme è il Figlio dell'uomo. Il campo è il
mondo. Il seme buono sono i figli del regno; la zizzania sono i figli
del maligno, e il nemico che l'ha seminata è il diavolo. La mietitura
rappresenta la fine del mondo, e i mietitori sono gli angeli. Come
dunque si raccoglie la zizzania e si brucia nel fuoco, così avverrà
alla fine del mondo. Il Figlio dell'uomo manderà i suoi angeli, i quali
raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti gli operatori
di iniquità e li getteranno nella fornace ardente dove sarà pianto e
stridore di denti. Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno
del Padre loro. Chi ha orecchi, intenda!» (Matteo 13,37-42)
Vignaioli omicidi
« Gesù si mise a parlare loro in parabole: «Un uomo piantò una vigna,
vi pose attorno una siepe, scavò un torchio, costruì una torre, poi la
diede in affitto a dei vignaioli e se ne andò lontano. A suo tempo
inviò un servo a ritirare da quei vignaioli i frutti della vigna. Ma
essi, afferratolo, lo bastonarono e lo rimandarono a mani vuote. Inviò
loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e
lo coprirono di insulti. Ne inviò ancora un altro, e questo lo
uccisero; e di molti altri, che egli ancora mandò, alcuni li
bastonarono, altri li uccisero. Aveva ancora uno, il figlio prediletto:
lo inviò loro per ultimo, dicendo: Avranno rispetto per mio figlio! Ma
quei vignaioli dissero tra di loro: Questi è l'erede; su, uccidiamolo e
l'eredità sarà nostra. E afferratolo, lo uccisero e lo gettarono fuori
della vigna. Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e
sterminerà quei vignaioli e darà la vigna ad altri. Non avete forse
letto questa Scrittura:
La pietra che i costruttori hanno scartata
è diventata testata d'angolo;
dal Signore è stato fatto questo
ed è mirabile agli occhi nostri?» » (Marco 12,1-11)
La citazione dall'Antico Testamento è il salmo 118,22-23.
« Ascoltate un'altra parabola: C'era un padrone che piantò una vigna e
la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre,
poi l'affidò a dei vignaioli e se ne andò. Quando fu il tempo dei
frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. Ma
quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l'altro lo
uccisero, l'altro lo lapidarono. Di nuovo mandò altri servi più
numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. Da
ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio
figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è
l'erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l'eredità. E, presolo, lo
cacciarono fuori della vigna e l'uccisero. Quando dunque verrà il
padrone della vigna che farà a quei vignaioli?». Gli rispondono: «Farà
morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che
gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete
mai letto nelle Scritture:
La pietra che i costruttori hanno scartata
è diventata testata d'angolo;
dal Signore è stato fatto questo
ed è mirabile agli occhi nostri?
Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un
popolo che lo farà fruttificare. Chi cadrà sopra questa pietra sarà
sfracellato; e qualora essa cada su qualcuno, lo stritolerà».
» (Matteo 21,33-44)
« Poi cominciò a dire al popolo questa parabola: «Un uomo piantò una
vigna, l'affidò a dei coltivatori e se ne andò lontano per molto tempo.
A suo tempo, mandò un servo da quei coltivatori perché gli dessero una
parte del raccolto della vigna. Ma i coltivatori lo percossero e lo
rimandarono a mani vuote. Mandò un altro servo, ma essi percossero
anche questo, lo insultarono e lo rimandarono a mani vuote. Ne mandò
ancora un terzo, ma anche questo lo ferirono e lo cacciarono. Disse
allora il padrone della vigna: Che devo fare? Manderò il mio unico
figlio; forse di lui avranno rispetto. Quando lo videro, i coltivatori
discutevano fra loro dicendo: Costui è l'erede. Uccidiamolo e così
l'eredità sarà nostra. E lo cacciarono fuori della vigna e l'uccisero.
Che cosa farà dunque a costoro il padrone della vigna? Verrà e manderà
a morte quei coltivatori, e affiderà ad altri la vigna». Ma essi, udito
ciò, esclamarono: «Non sia mai!». Allora egli si volse verso di loro e
disse: «Che cos'è dunque ciò che è scritto:
La pietra che i costruttori hanno scartata,
è diventata testata d'angolo?
Chiunque cadrà su quella pietra si sfracellerà e a chi cadrà addosso, lo stritolerà». » (Luca 20,9-18)
« Disse: un buon uomo aveva una vigna. La diede a dei coltivatori
perché la lavorassero ed egli ricevesse i suoi frutti dalle loro mani.
Mandò loro il suo servo, affinché i coltivatori gli dessero il frutto
della vigna. Essi presero il suo servo e lo percossero fino quasi a
farlo morire. Il servo tornò e riferì al padrone. Il padrone disse:
Forse non lo conoscevano. Inviò un altro servo; i coltivatori
percossero anche questo. Allora il padrone mandò il proprio figlio.
Egli disse: Forse rispetteranno mio figlio. Quei coltivatori, poiché
sapevano che era l'erede della vigna, lo presero e lo uccisero. Chi ha
orecchie ascolti. »
Parabola dei talenti
La parabola parla di un uomo che parte per un viaggio ed affida i suoi
beni ai suoi servi. Ad un servo affida cinque talenti, ad un secondo
due talenti e ad un terzo un talento. I primi due, sfruttando la somma
ricevuta, riescono a raddoppiarne l'importo; il terzo invece va a
nascondere il talento ricevuto.
Quando il padrone ritorna apprezza l'operato dei primi due servi; invece condanna il comportamento dell'ultimo.
Il servo senza pietà
Gesù sta parlando del perdono. Pietro gli si avvicina e gli chiede se
deve perdonare fino a sette volte il fratello che sbaglia nei suoi
riguardi. A questa domanda Gesù risponde con la frase volutamente
paradossale:
« Non ti dico fino a sette, ma fino a settanta volte sette. » (Matteo 18,22)
e poi continua raccontando la parabola:
« Il regno dei cieli è simile a un re che volle fare i conti con i suoi
servi. Incominciati i conti, gli fu presentato uno che gli era debitore
di diecimila talenti. Non avendo però costui il denaro da restituire,
il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, con i figli e
con quanto possedeva, e saldasse così il debito. Allora quel servo,
gettatosi a terra, lo supplicava: Signore, abbi pazienza con me e ti
restituirò ogni cosa. Impietositosi del servo, il padrone lo lasciò
andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò un altro servo come lui che gli doveva
cento denari e, afferratolo, lo soffocava e diceva: Paga quel che devi!
Il suo compagno, gettatosi a terra, lo supplicava dicendo: Abbi
pazienza con me e ti rifonderò il debito. Ma egli non volle esaudirlo,
andò e lo fece gettare in carcere, fino a che non avesse pagato il
debito.
Visto quel che accadeva, gli altri servi furono addolorati e andarono a
riferire al loro padrone tutto l'accaduto. Allora il padrone fece
chiamare quell'uomo e gli disse: Servo malvagio, io ti ho condonato
tutto il debito perché mi hai pregato. Non dovevi forse anche tu aver
pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te? E, sdegnato,
il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non gli avesse
restituito tutto il dovuto.
Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non
perdonerete di cuore al vostro fratello » (Matteo 18,23-35)
Il granello di senape
« A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola
possiamo descriverlo? Esso è come un granellino di senapa che, quando
viene seminato per terra, è il più piccolo di tutti semi che sono sulla
terra; ma appena seminato cresce e diviene più grande di tutti gli
ortaggi e fa rami tanto grandi che gli uccelli del cielo possono
ripararsi alla sua ombra. » (Marco 4,30-32)
« A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo rassomiglierò? È
simile a un granellino di senapa, che un uomo ha preso e gettato
nell'orto; poi è cresciuto e diventato un arbusto, e gli uccelli del
cielo si sono posati tra i suoi rami. » (Luca 13,18-19)
« Il regno dei cieli si può paragonare a un granellino di senapa, che
un uomo prende e semina nel suo campo. Esso è il più piccolo di tutti i
semi ma, una volta cresciuto, è più grande degli altri legumi e diventa
un albero, tanto che vengono gli uccelli del cielo e si annidano fra i
suoi rami. » (Matteo 13,31-32)
« I discepoli dissero a Gesù, "Raccontaci com'è il Regno dei Cieli".
Egli disse loro "È come un granello di senape, il più piccolo dei semi,
ma quando cade su terreno preparato, genera una pianta grande e diventa
riparo per gli uccelli del cielo". »
Il seminatore
« 1 Gesù si mise di nuovo a insegnare presso il mare. Una gran folla si
radunò intorno a lui. Perciò egli, montato su una barca, vi sedette
stando in mare, mentre tutta la folla era a terra sulla riva. 2 Egli
insegnava loro molte cose in parabole, e diceva loro nel suo
insegnamento:
3 «Ascoltate: il seminatore uscì a seminare. 4 Mentre seminava, una
parte del seme cadde lungo la strada; e gli uccelli vennero e lo
mangiarono. 5 Un'altra cadde in un suolo roccioso dove non aveva molta
terra; e subito spuntò, perché non aveva terreno profondo; 6 ma quando
il sole si levò, fu bruciata; e, non avendo radice, inaridì. 7 Un'altra
cadde fra le spine; le spine crebbero e la soffocarono, ed essa non
fece frutto. 8 Altre parti caddero nella buona terra; portarono frutto,
che venne su e crebbe, e giunsero a dare il trenta, il sessanta e il
cento per uno». 9 Poi disse: «Chi ha orecchi per udire oda». 10 Quando
egli fu solo, quelli che gli stavano intorno con i dodici lo
interrogarono sulle parabole. 11 Egli disse loro: «A voi è dato di
conoscere il mistero del regno di Dio; ma a quelli che sono di fuori,
tutto viene esposto in parabole, affinché: 12 "Vedendo, vedano sì, ma
non discernano; udendo, odano sì, ma non comprendano; affinché non si
convertano, e i peccati non siano loro perdonati"». 13 Poi disse loro:
«Non capite questa parabola? Come comprenderete tutte le altre parabole?
14 Il seminatore semina la parola. 15 Quelli che sono lungo la strada,
sono coloro nei quali è seminata la parola; e quando l'hanno udita,
subito viene Satana e porta via la parola seminata in loro. 16 E così
quelli che ricevono il seme in luoghi rocciosi sono coloro che, quando
odono la parola, la ricevono subito con gioia; 17 ma non hanno in sé
radice e sono di corta durata; poi, quando vengono tribolazione e
persecuzione a causa della parola, sono subito sviati. 18 E altri sono
quelli che ricevono il seme tra le spine; cioè coloro che hanno udito
la parola; 19 poi gli impegni mondani, l'inganno delle ricchezze,
l'avidità delle altre cose, penetrati in loro, soffocano la parola, che
così riesce infruttuosa. 20 Quelli poi che hanno ricevuto il seme in
buona terra sono coloro che odono la parola e l'accolgono e fruttano il
trenta, il sessanta e il cento per uno». »
La pecora smarrita
« Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le
novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la
ritrova? Ritrovatala, se la mette in spalla tutto contento, va a casa,
chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho
trovato la mia pecora che era perduta. Così, vi dico, ci sarà più gioia
in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che
non hanno bisogno di conversione. » (Luca 15,3-7)
« Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non
lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella
perduta? Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà
per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così
il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di
questi piccoli. » (Matteo 18,12-14)
« Il regno è come un pastore che aveva cento pecore. Una di loro, la
più grande, si smarrì. Lui lasciò le altre novantanove e la cercò fino
a trovarla. Dopo aver faticato tanto le disse, 'Mi sei più cara tu di
tutte le altre novantanove'. »
La moneta smarrita
« O quale donna, se ha dieci dracme e ne perde una, non accende la
lucerna e spazza la casa e cerca attentamente finché non la ritrova? E
dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, dicendo:
Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la dracma che avevo perduta.
Così, vi dico, c'è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte. » (Luca 15,8-10)
Lazzaro e il ricco Epulone
« C'era un uomo ricco, che vestiva di porpora e di bisso e tutti i
giorni banchettava lautamente. Un mendicante, di nome Lazzaro, giaceva
alla sua porta, coperto di piaghe, bramoso di sfamarsi di quello che
cadeva dalla mensa del ricco. Perfino i cani venivano a leccare le sue
piaghe. Un giorno il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno di
Abramo. Morì anche il ricco e fu sepolto. Stando nell'inferno tra i
tormenti, levò gli occhi e vide di lontano Abramo e Lazzaro accanto a
lui. Allora gridando disse: Padre Abramo, abbi pietà di me e manda
Lazzaro a intingere nell'acqua la punta del dito e bagnarmi la lingua,
perché questa fiamma mi tortura. Ma Abramo rispose: Figlio, ricordati
che hai ricevuto i tuoi beni durante la vita e Lazzaro parimenti i suoi
mali; ora invece lui è consolato e tu sei in mezzo ai tormenti. Per di
più, tra noi e voi è stabilito un grande abisso: coloro che di qui
vogliono passare da voi non possono, né di costì si può attraversare
fino a noi. E quegli replicò: Allora, padre, ti prego di mandarlo a
casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca, perché non
vengano anch'essi in questo luogo di tormento. 29 Ma Abramo rispose:
Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro. E lui: No, padre Abramo, ma se
qualcuno dai morti andrà da loro, si ravvederanno. Abramo rispose: Se
non ascoltano Mosè e i Profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti
saranno persuasi. » (Luca 16,19-31)
I lavoratori della vigna
« Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba
per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Accordatosi con
loro per un denaro al giorno, li mandò nella sua vigna. Uscito poi
verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano sulla piazza
disoccupati e disse loro: Andate anche voi nella mia vigna; quello che
è giusto ve lo darò. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno
e verso le tre e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne
vide altri che se ne stavano là e disse loro: Perché ve ne state qui
tutto il giorno oziosi? Gli risposero: Perché nessuno ci ha presi a
giornata. Ed egli disse loro: Andate anche voi nella mia vigna.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: Chiama gli
operai e dà loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi.
Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un
denaro. Quando arrivarono i primi, pensavano che avrebbero ricevuto di
più. Ma anch'essi ricevettero un denaro per ciascuno. Nel ritirarlo
però, mormoravano contro il padrone dicendo: Questi ultimi hanno
lavorato un'ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo
sopportato il peso della giornata e il caldo. Ma il padrone,
rispondendo a uno di loro, disse: Amico, io non ti faccio torto. Non
hai forse convenuto con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene; ma
io voglio dare anche a quest'ultimo quanto a te. Non posso fare delle
mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono
buono? Così gli ultimi saranno primi, e i primi ultimi »
(Matteo 20,1-16)
Il figliol prodigo
Nella parabola che Gesù racconta, un uomo ha due figli e, nonostante
non manchi loro nulla, il più giovane pretende la sua parte di eredità
mentre il padre è ancora in vita. Ottenutala, si reca in un paese
lontano dove spreca tutte le sue ricchezze tra banchetti e prostitute.
Ridotto alla fame, per sopravvivere è costretto a fare il mandriano di
porci. Pentendosi degli sbagli commessi, torna a casa a chiedere
misericordia a suo padre. Ma, mentre è ancora per strada, il padre lo
scorge e gli corre incontro, accogliendolo a braccia aperte. Organizza
addirittura una grande festa per l'occasione, uccidendo allo scopo il
"vitello grasso".
Il primogenito non capisce perché al fratello dovrebbe essere riservato
un simile trattamento, e ricorda al genitore che lui, che gli aveva
sempre obbedito, non aveva mai ricevuto nemmeno un capretto per far
festa con gli amici. Ma il padre risponde:
« Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma
bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto
ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. »
(Luca 15,31-32)
Il Fariseo e il Pubblicano
« Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l'altro
pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti
ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti,
adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la
settimana e pago le decime di quanto possiedo. Il pubblicano invece,
fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma
si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. Io vi
dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell'altro,
perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato
» (Luca 18,10-14)
Il buon Samaritano
Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo
spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo
morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e
quando lo vide passò oltre dall'altra parte. Anche un levita, giunto in
quel luogo, lo vide e passò oltre. Invece un samaritano, che era in
viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. Gli si fece
vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo
sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui.
Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore,
dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò
al mio ritorno. Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di
colui che è incappato nei briganti?». Quegli rispose: «Chi ha avuto
compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' lo stesso»
(10,25-37)
Il banchetto di nozze
« Gesù rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti.
All'ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è
pronto. Ma tutti, all'unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo
disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego,
considerami giustificato. Un altro disse: Ho comprato cinque paia di
buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato. Un altro
disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire. Al suo ritorno il
servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa,
irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della
città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. Il servo disse:
Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c'è ancora posto. Il
padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi,
spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. Perché vi dico:
Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia
cena». » (Luca 14,16-24)
« Il regno dei cieli è simile a un re che fece un banchetto di nozze
per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle
nozze, ma questi non vollero venire. Di nuovo mandò altri servi a dire:
Ecco ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e i miei animali
ingrassati sono già macellati e tutto è pronto; venite alle nozze. Ma
costoro non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai
propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li
uccisero.
Allora il re si indignò e, mandate le sue truppe, uccise quegli
assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi:
Il banchetto nuziale è pronto, ma gli invitati non ne erano degni;
andate ora ai crocicchi delle strade e tutti quelli che troverete,
chiamateli alle nozze. Usciti nelle strade, quei servi raccolsero
quanti ne trovarono, buoni e cattivi, e la sala si riempì di commensali.
Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava
l'abito nuziale, gli disse: Amico, come hai potuto entrare qui
senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì. Allora il re ordinò ai servi:
Legatelo mani e piedi e gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e
stridore di denti. Perché molti sono chiamati, ma pochi eletti.
» (Matteo 22,1-14)
« Gesù disse, "Un uomo doveva ricevere degli ospiti. E quando ebbe
preparato il pranzo, mandò il suo servo ad invitare gli ospiti. Andò
dal primo e disse «Il mio padrone ti invita». Egli rispose, «Ho dei
diritti con alcuni mercanti. Verranno da me questa sera. Devo andare a
dar loro i miei ordini. Chiedo di essere scusato per la cena». Andò da
un altro e gli disse «Il mio padrone ti ha invitato». Egli rispose, «Ho
appena acquistato una casa e sono impegnato per tutto il giorno. Non ho
tempo libero». Andò da un altro e gli disse «Il mio padrone di invita».
Egli rispose, «Il mio amico si sposa e io devo preparare il banchetto.
Non posso venire. Chiedo di essere scusato per la cena». Andò da un
altro e gli disse «Il mio padrone ti invita». Egli rispose, «Ho appena
acquistato una fattoria e sto andando a riscuotere l'affitto. Non sono
in grado di venire. Chiedo di essere scusato». Il servo tornò dal
padrone e disse, «Coloro che hai invitato a cena chiedono di essere
scusati». Il padrone disse al suo servitore, «Va' fuori per le strade e
porta qui quelli che ti capita di incontrare, così che possano cenare».
Uomini d'affari e mercanti non entreranno nei luoghi del mio padre". »